Uno strumento per riflettere in vista del Congresso. Capire le cause, superare le difficoltà del momento

Pri, tradizione e rinnovamento

Schema di massima per l’elaborazione della Piattaforma Congressuale del PRI.

IL PARTITO

1). Il documento non vuole essere una riedizione (anche se aggiornata ed arricchita) delle tesi congressuali, né del corposo documento predisposto per il consiglio nazionale del 30. 11 – 1. 12. 2012, ma dovrebbe fornire un efficace supporto per un'ampia ed approfondita riflessione, in vista del prossimo impegno congressuale dei Repubblicani; ritenendo la prossima assise, per molti aspetti, un momento di ripensamento, revisione, aggiornamento del ruolo e della prospettiva del movimento repubblicano nella società italiana.

2). Per rinvigorire e rinnovare bisogna, però, anche analizzare e comprendere le cause che hanno determinato la situazione di difficoltà complessiva in cui è venuto a trovarsi il Pri. E ciò nonostante si fosse compiuto un lavoro politico-programmatico apprezzabile. Dovremmo così facendo, cercare di evitare di incorrere nell'errore che siano possibili analisi semplicistiche ed approssimative per comprendere e quindi correggere anomalie, insufficienze, incrostazioni che potrebbero aver determinato e/o inciso sull'attuale situazione di crisi.

3). La deflagrazione in atto nel sistema politico-partitico nel paese: le cause, gli affetti, le conseguenze.

4). In questa cornice esplosiva, per certi versi drammatica, che può aprire fosche prospettive per il sistema politico-istituzionale di governo del Paese, la nostra risposta non può essere quella della pura e semplice riedizione del Pri, partito certamente nobile e glorioso; ma pur sempre sino ad ora percepito come "risposta politica di nicchia", quindi con tutti i limiti di una tale caratterizzazione; in alternativa sarà necessario, come abbiamo iniziato a fare nell'ultimo anno trascorso, indicare (per conseguire il consenso) un progetto più vasto, di più ampio respiro, che, fondato sui punti di forza delle idealità, delle peculiarità e della cultura politica del Pri, si apra ad una prospettiva di forte innovazione politica, e solleciti e coinvolga più ampie ed estese energie umane ed organizzative, che travalichino i recinti dell'attuale raggio di azione del Pri.

5). Qualunque soluzione dovesse scaturire dal congresso, resterebbe centrale ed essenziale la questione del finanziamento della struttura politico-organizzativa con la quale continuare l'impegno del movimento repubblicano. Questa è una questione sulla quale bisogna esercitare la più ampia discussione, per arrivare, però rapidamente, ad una soluzione concreta, tempestiva ed adeguata all'impegno da svolgere.

6). La selezione della classe dirigente resta sempre, come accade in ogni organizzazione di qualsivoglia natura, un punto nodale per l'efficacia ed il successo di ogni iniziativa: in quest'ottica diventa importante il coinvolgimento di quanti possono indicare percorsi e modalità di attrazione di energie umane anche esterne al partito.

IL PAESE – L’UNIONE EUROPEA – L’EURO

1). Le tre questioni sono intrinsecamente collegate, e per molti aspetti, almeno per l'Italia, interdipendenti.

2). La crisi del nostro Paese è sostanzialmente crisi politica, che vuol dire, soprattutto, crisi di governabilità. Certo la farraginosità del processo legislativo, coniugata con la burocratizzazione e l'incrostazione del sistema pubblico sono forti condizionamenti ed ostacoli all'attuazione di una macchina amministrativa efficiente; manca in larga misura il concetto della meritocrazia e dell’azione premiale .

3). Ma è sulla crisi politica che va posta l'attenzione in modo particolarmente incisivo. Si può partire dagli approfondimenti già disponibili nel documento del consiglio nazionale della fine dello scorso anno, per allargare, integrate ed aggiornare l'analisi.

4). Purtroppo in Italia manca l'abitudine a voler conoscere la piena verità sullo "stato di salute" del Paese; la classe dirigente ha sempre fornito una diagnosi narcotizzata. Parallelamente l'elettorato nazionale ha, generalmente, riservato il proprio consenso a quelle forze politiche che gli dicevano le corse che voleva sentirsi dire. Anche da ciò la grave anomalia del nostro sistema politico.

5). La questione centrale è come rompere questo circolo vizioso, per rendere consapevoli i cittadini, e responsabili le classi politiche.

6). Questa esigenza evidenzia un’ulteriore anomalia del rapporto classe politica-cittadini, e riguarda la sistematica incapacità congenita nel nostro Paese di predisporre tutti gli strumenti necessari a far fronte agli impegni, specialmente quelli in materia economica finanziaria, che i vari governi, in nome del Paese, assumono nelle più diverse situazioni ed istituzioni. Questo è il caso, solo per citare qualche esempio, della decisione a suo tempo assunta, attraverso l'affermazione sacrosanta dell'autonomia della Banca d'Italia, di eliminare l'obbligo per la nostra banca centrale di acquistare i titoli del debito pubblico non collocati; o ancora gli obblighi assunti col trattato di Maastricht; e da ultimo proprio gli impegni sottoscritti per il Fiscal compact. In tutti questi casi agli impegni assunti non ha corrisposto l'individuazione e l'approvazione dei provvedimenti essenziali per farvi fronte.

7). L'altro aspetto determinante della crisi del paese chiama in causa questioni di estrema delicatezza quali: la competitività, lo sviluppo, l'occupazione, il deficit pubblico, il debito sovrano. Su tutti questi punti manca ancora oggi una strategia chiara e incisiva in grado di fornire risposte a questi gravissimi problemi: servono le idee, i contributi del pensiero Repubblicano, Liberal-democratico.

8). Dall'emergenza all'approccio strutturale: ciò vuol dire un'azione politico-sistemica (ordinata, coerente ed articolata).

9). Il governo Letta e le ampie intese rispondono alle esigenze ed alle emergenze del paese? Il governo ha una adeguata visione e capacità di interventi sui problemi nodali? Ha quindi una prospettiva, e può essere la risposta alla crisi?

10). L'Unione Europea: lo stato di salute in atto, il problema dell'Inghilterra. Quale approccio per superare la dicotomia tra Paesi dell’UE con moneta unica (17+1) e quelli con moneta propria (10+1); ha senso un Parlamento con rappresentanze di nazioni che potrebbero avere conflitti di interesse in materia monetaria?

11). Tempi e modi per la realizzazione degli Stati uniti d'Europa federale.

12). L'euro moneta forte in un insieme di Paesi con economia, fiscalità e stabilità occupazionale molto differenziati ed articolati.

IL PROGETTO

1). Nell'ultimo congresso nazionale, il Partito ha indicato l'intendimento di dar vita ad un progetto politico che possa significativamente incidere sulla crisi complessiva che inesorabilmente involge l'Italia; era una proposta complessiva ed articolata: la Costituente Repubblicana, Liberal-democratica, formulazione non astratta ma densa di contenuti politici, programmatici ed ideali. Bisogna ripartire dalle conclusioni di quel congresso e sviluppare in modo più organico, più incisivo, più sistematico la proposta, per cercare il coinvolgimento più nitido dei repubblicani. Il punto di approdo può essere la Federazione.

2). Ripartire però vuol dire anche ripensare, aggiornare e rendere più forte il progetto; cercando di comprendere e superare i nodi e le difficoltà, ed aprire la proposta al mondo culturale, economico e sociale di ispirazione laica, democratica, liberal.

3). I contenuti programmatici devono essere certamente la caratteristica peculiare dell'azione politica del Pri; il Partito è stato la prima formazione politica nazionale ad indicare l'approccio più adeguato a risolvere la crisi del Paese. Lo ha fatto con le tesi e con il documento del consiglio nazionale in precedenza richiamato; lo deve ampliare ora, facendo del congresso l'occasione per meglio far comprendere la sua proposta. In particolare per quanto riguarda: gli Stati uniti federali d'Europa; il modello di governo (presidenziale, semi presidenziale e le relative articolazioni locali e parlamentari); le riforme di struttura (l'approccio alla gestione della spesa pubblica attraverso il principio dello "zero based budget"); la riforma del sistema sanitario, che deve avere una vera caratterizzazione nazionale pubblica, ma svincolata dalla specifica questione della proprietà delle strutture sanitarie (secondo la proposta indicata dal Pri anche al Governatore Visco); la riforma del sistema dell'istruzione e dell'Università; una legislazione di regolamentazione del lavoro e dei relativi contratti.

4). Non bisogna pensare alla spesa pubblica come volano di azione congiunturale: l'Italia è in crisi ed in recessione proprio a causa dell'eccessiva spesa pubblica; ma puntare sul rilancio dei consumi delle famiglie e sugli investimenti privati, finalizzati al continuo rinnovamento dei prodotti e dei processi produttivi, condizioni queste essenziali per risalire la china rispetto alla continua e costante perdita di competitività, riscontrata in modo significativo in quest'ultimo decennio.

5).Un handicap consistente per il sistema produttivo è anche rappresentato dal carico fiscale e dal costo energetico. Interventi correttivi in questi due comparti sono non più dilazionabile. Il sistema industriale nazionale riveste una rilevanza particolare nell'economia complessiva del Paese; l'industria, al pari di quanto avviene anche in Germania, è la voce più significativa nella produzione del Pil nazionale. Purtroppo questa incidenza va pericolosamente diminuendo; infatti è passata dalla 24% del 1995 ad appena il 18% del 2011 (ultimo dato disponibile).

6). La lotta all'evasione fiscale (120 MLD di euro all'anno) deve essere l'impegno prioritario di tutta la nazione; bisogna operare con convinzione e con determinazione, bisogna dispiegare tutti i mezzi tecnici, sociali e culturali, anche quelli più invasivi. Senza una consistente riduzione dell'evasione, non sarà possibile avere equità nell'azione di coinvolgimento contributivo degli utenti negli ingenti costi attualmente sostenuti per l'erogazione di servizi alla collettività.

7). Le liberalizzazioni e le privatizzazioni, funzionali sia alla riduzione del debito, secondo la proposta del Pri, che all'aumento della competitività ed alla riduzione dei costi all'utenza.

8). La questione delle alleanze richiede da parte del Pri una riflessione ed una chiarezza di intenti e di obiettivi.